domenica 28 agosto 2011

Vintage Me Over!



Ah, nothing better than a bit of vintage to fool yourself into believing that you can actually look a bit like Alexa Chung, if you try really – REALLY – hard.
But the question is always there: what to buy, when you find yourself in a sea full of fishes of every color, every form and every age, better known as Marché aux Puces, that – let’s be honest – can look scaring to the faint of heart?
Me, I am like a cat, I walk around pretending not to care, then when I find something that screams my name I stop and start (virtually) shaking my derrière in excitement, preparing to attack.
It is not easy, people, be prepared: there are a lot of fashionistas out there, and it is cold and windy (at least Bruxelles is), and it is a hit or miss, basically, but it is all worth it. I promise.
I ventured myself this morning, after seeing a gorgeus dress with a sixty’s vibe on her, where her is still Alexa, of course (a slight obsession going on there, I am aware). Since I am not in the delightful position of spending money on a new Luella’s wardrobe, I thought I could try my luck at the Marché aux Puces. 
My finds: a Christian Dior leather glove – just one, but I am positive the other one is somewhere in the world waiting for my hand, I just have to keep on searching. Besides, even the girls in Little Women could go to balls with only one glove, I am sure I can get away with it no prob.
A furry brown hat, perfect to embarasse that austere boyfriend of mine.
A Chungesque shirt, of which I am very proud, and that I’ll try on as soon as it will stop to smell. It even came with a flower that you are supposed to wear on the neck. “Encore plus jolie madame comme ça”, according to the seller, who spoke a french worse than mine.
And, last but not least, a pair of daisy earrings, since we are still waiting for the spring, here in Belgium.

So, I did not splash out too much, mainly because I have a mother who is THE Marché aux Puces itself. Where everything smells already just like home and it does not cost a cent. Plus, everything you see it usually has an history that concerns you too, and the moment when your mum smiles and starts recalling is when you have the time of making the item disappear. Live and learn.
So, people, get your hands dirty, whether in a huge smelly pile full of fleas or in a much more organised mother’s wardrobe. I bet you’ll be so pleased with your finds you’ll even forget the lack of resemblance with Alexa. (I think I might have a problem with that woman..)

For infos: http://www.marcheauxpuces.org/


Vintage trench happily stolen from my mum's wardrobe

My mum's bags, that had been perfect for 40 years before meeting me.



lunedì 22 agosto 2011

io ti amo tu mi ami?

Qualche sera fa bevevo del vino con un’ amica e guardavo l’inverno d’estate passarmi davanti (il lato positivo è che puoi raccontarti che le calorie del formaggio francese torneranno utili mentre sfidi il temporale per salire sul metrò). Tra un’oliva e un “dovrei perdere ancora otto chili” abbiamo iniziato a parlare di rapporti e d’ amore. Ci sono più tipi di amore che di lip gloss, mi pare. Che non è un’ idea particolarmente rivoluzionaria, e credo sia per questo patrimonio dell’umanità, tipo i trulli di Alberobello.
C’è chi ti ama perché vuole essere amato, e si aspetta una dichiarazione tutte le volte che regala un sorriso, un diamante se porta un gelato,  un’ovazione se indossa quello che – lui pensa – tu gli hai regalato.
C’è chi ti ama da lontano, ti lascia libero di andare perché sa che avrai voglia di tornare, che non ti fa vedere che è triste perché i gatti non piangono, checché ne dica mia sorella.
C’è chi ti ama perché sei un’opera d’arte, una musa ispiratrice, una dea una sfinge una stella, fino a quando all’improvviso diventi scontata, limitante e opaca, e finisci nel cassetto c’eravamo tanto amati, da tirare fuori in caso di eclissi totale.
C’è chi non riesce a non essere geloso, e si strugge nel vederti troppo bella, troppo buona o troppo brava; “è il troppo amore” dice, ma in realtà è banalissimo egoismo.
C’è chi ti ama e basta, o almeno così dice, e non ha nessuna intenzione di cambiarti perché hai senso come sei, anche se non capisce perché ti addormenti con un pigiama di flanella ed esci ricoperta solo di pizzo.
C’è chi ti ama ma ti amerebbe di più se fossi diversa, essenzialmente tu ma se fossi un’altra meglio, per parafrasare quella bella canzone di Rino, che tutti abbiamo cantato in macchina urlando di dolore almeno una volta, forse anche due.
C’è chi ti ama perché ti prendi cura di lui, e a volte vorresti provare ad invertire i ruoli, ma hai paura di vedere come sarebbe.
C’è chi ti ama anche se vuoi delle cose diverse, e non si capisce se devi fare finta di non volerle per giocare la carta della psicologia inversa, o se proprio devi smettere di volerle e basta, ma la sera ti addormenti col sorriso come Lovely Sara quando era contenta, e hai molta fiducia nel futuro, o forse te la racconti.
C'è chi ti ama solo perchè non può averti, e nel momento in cui capisce che potrebbe decide che in realtà non sa cosa vuole, ma è prrrrretty sure che non vuole te.
C’è chi ama te e le altre non ci sono, però intanto ci sono lo stesso, e tu investi nel miglior illuminante rassodante antirughe antifatica per il contorno occhi, ma non funziona gran ché.
C'è anche chi ti ama perchè sei un frammento de La Donna, unica e infinita, che se leggi tra le righe vuol dire che amerà tutte quelle che gli capiteranno a tiro, ma per fortuna questa tipologia è abbastanza rara.
Se tutti questi modi di amare – e di non amare – trovassero la loro controparte sarebbe meraviglioso, pensavo, mentre stava per smettere di piovere, o almeno così mi sembrava mentre finivo il quarto bicchiere.
Il fidanzato dice che amare davvero è la cosa più difficile che dobbiamo fare nella vita, perché è una prova estrema di altruismo. Per esempio, il fatto che la cornice fucsia che ho comprato non sia finita nel bidone ma troneggi nel mio angolo da Alice in Wonderland wannabe, mentre la cartina di Bruxelles che mi aveva appeso al muro per cercare di arginare il “quando stiamo andando su questa tera” che mi contraddistingue sia spiegazzata e offerta in pasto all’offspring come tela per le sue opere prime, la dice lunga sulla salita che mi aspetta verso il paradiso dell'altruismo. Anche se devo dire che la cornice sta proprio bene, lì al suo posto, e il fucsia ha bisogno di tempo per entrare nel cuore dell’uomo. Forse il mio È  un atto d’amore, after all.
Intanto mi sono presa un bel raffreddore, a star nel freddo a pensare all’amore. Che di sicuro è un po’ paraculo.

pensando all'amore si prende il raffreddore

anche questo è amore

martedì 9 agosto 2011

Brindiamo tutti insieme con un altro po' di tè

Ah, che bello aprire i pacchetti che arrivano a casa! È come se fosse un non compleanno, per me, dove il “non” sta per “senza la faccia di chi il pacchetto l’ha fatto che ti scruta per capire se questo giro è riuscito a compiacerti”. Lovely.
Dunque, il pacchetto di cui sopra era azzeccatissimo, zeppo di pennelli e trucchi e pure una confezione di ciglia finte, perché non ho trovato nemmeno un motivo per non metterle nel carrello.
Il mittente è e.l.f., che sta per eyes lips face cosmetics, e che è una compagnia americana con base a New York, o almeno questo è quello che c’è scritto sul pacchetto.
La prima cosa da dire è che quasi tutto quello che ho comprato (e moltissimo di ciò che si trova sul sito) costa un euro, che di questi tempi è come dare in mano alle folli folle di shopaholic le chiavi di un outlet. 
Avevo già provato in passato una crema per il corpo, un blush e un ombretto in crema, ma questa volta ho deciso di esagerare, perché a me sta cosa del tanto costa poco così posso spendere il triplo mi frega sempre. Vero è che con sedici pacchettini da aprire bevendo allegramente il tè con un virtuale cappellaio sono arrivata alla stessa cifra che avrei speso per un correttore di By Terry, e la cosa mi ha alleggerito la coscienza.
“E la qualità, e la qualità”, grida l'insolente pubblico parlante del talk show nella mia testa (incredibile cosa può fare una decina d’anni con la De Filippi principessina del palinsesto televisivo). Dunque, la qualità si diceva: non è male. I blush in polvere sono molto leggeri, quindi adatti a tutte le ragazze delle porte accanto e a chi ha una mano un po’ troppo spavalda. E ne è pieno il mondo, di entrambe le categorie. Il blush in crema mi piace moltissimo, il colore è naturale e delicato, e non sparisce al primo bacio della figlia. E poi diciamocelo, trovare un blush in crema che soddisfi guance e portafoglio è più complicato di quanto si pensi. Gli ombretti e il primer mi sembrano carini, ma ancora non li ho usati abbastanza per sbattere il martelletto e togliere la seduta. Ovviamente mi aspetto che, con le palpebre piene di una polvere che si chiama socialite, mi si spalanchino le porte di Bergdorf Goodman.
Last but not least, pennelli: vari ed eventuali, dal ventaglio allo stipple, passando per lo smudge, il blending e l’eye crease, credo che io e l’offspring ci divertiremo parecchio.
Se siete sedute a mangiare biscotti e non sapete cosa regalarvi per il non compleanno, evitate l’effetto fisarmonica, che restare incastrati (in una casa o in un paio di jeans) non è mai bello, e date un’occhiata a trucchi e pennelli, che magari qualche idea la trovate. E ditelo anche al bianconiglio, che con l’ansia che si porta dietro deve avere delle occhiaie da ridere.

http://www.eyeslipsface.com/ per chi è all'estero, o http://www.eyeslipsface.it dall'Italia

kabuki, bronzing, small smudge, total face, concealer, total face, blending eye, eye crease, fan, small smudge, stipple, eye shadow, brow comb

cream blush: tease
powder blush: mellow mauve e candid coral 

cream eyeshadow: dawn
mineral eyeshadow: elegant e socialite

eyeshadow primer: sheer

crema per il corpo: burro di karité

contouring blush & bronzing powder: blushed/bronzed

venerdì 5 agosto 2011

Winona Forever

All’inizio c’era Winona Ryder. Che era tutto quello che volevamo essere, noi adolescenti degli anni novanta. Lasciamo stare le tutine a quadretti con frappa che impazzavano tra le Emanuele e le Ambre; era davvero plausibile strapparsi i capelli per una che siccome aveva comprato un gatto bianco si domandava se mancava ad un improbabile lui? Seriously?
A noi piaceva lei, che era minuta e fragile e sapeva far restare la cenere su tutta la lunghezza della sigaretta, arte che ho sempre trovato ineguagliabile. Lei che era finita su uno dei bicipiti più desiderati del mondo senza battere ciglio, e che aveva una biografia che ogni grunge avrebbe desiderato.
Io sogno ancora quel suo abito color crema indossato al primo appuntamento con Ben Stiller, checchè ne dicesse Ethan Hawke. E vuoi mettere avere Cher come mamma, e dare una forma alla migliore delle sorelle March, e poter dire “si, sono io la tassista in Night on Earth”?
E via allora, tutte nell’angolo a fare finta di essere irresistibilmente timide e impacciate. Col risultato che i grandi numeri aspettavano ore in quello stesso angolo da sole, facendo finta di starci molto bene, fino a quando la noia vinceva e ci si arrendeva alla triste realtà: girls interrupted si nasce, non si diventa. O magari si, ma con molta moltissima dedizione.
Personalmente ci avevo messo del mio, tre contropermanenti e molte prove della frase i guess i am not that good with compliments, ma di tutto ciò rimane solo qualche foto imbarazzante per niente somigliante alla mia eroina dell’epoca. Mia madre dice che la natura ha occhio, quando fa le cose, e che non bisognerebbe star a fare troppe modifiche. Dice anche che bisogna diventare adulti per capire che i jeans rigidi ingoffano terribilmente, insieme a molte altre perle.
All’inizio c’era Winona Ryder e forse c’è ancora, in qualche armadio, sulla t-shirt che la voleva libera. Non dite che l’avete buttata via, ve ne prego.
Mi guardo in giro in cerca di una moderna icona che la eguagli, ma non trovo nessuno con la stessa delicatezza. Forse non guardo bene? Dite la vostra che ho detto la mia.