giovedì 1 marzo 2012

E se a raccontarla, la storia, fosse lei?

Questa è una risposta ad un post di un mio amico, che vive di cinema e Diana morbide, grugnisce per vocazione e migliora con gli anni, come il buon vino (Fedora, questa te la ho ufficialmente rubata). Se avete voglia, potreste leggere prima il suo pezzo, perché è da lì che il mio nasce (link!)
Ah, prima di iniziare: ovviamente la protagonista non sono io, che non sono mica bionda. 


Delle volte è come se dovessi sentirti in colpa, che sei bella.
Voglio dire, fossi nata stronza e/o brutta e diventata peggio, magari un esame di coscienza dovresti pure fartelo, invece no, loro sono in un certo senso scusate. La mia amica Ele mi diceva sempre "Le cesse sono incazzate perché sei bella, lasciale perdere", ed è una di quelle perle che mi porterò nella tomba. Quindi, a loro le lasciano fare, e si limitano a guardare in cagnesco le pronipoti di Venere. Dobbiamo dare prova di essere interessanti, acute e alla mano, il tutto su dei tacchi meravigliosi e scomodissimi, che se sei bella allora tanto vale che ti metti in mostra.
Boh, vediamo come va stasera. In ogni caso, scrocco la cena. Di sicuro, il Lord è un generoso che adora fare lo splendido. Il programma è di lasciarlo parlare, lamentarsi, e pagare.
Ognuno recita la sua parte. Io devo fare la Bionda con la B maiuscola, che tanto lo so che gli piace. Credo che gli sguardi incuriositi dei tavoli attorno siano motivo di orgoglio più per lui, che per me.
Via, facciamo finta di non accorgercene, e troviamo qualcosa di enigmatico da dire. Che basta dargli il via, al Lord, e si scioglie, diventa affabile e - quasi - sorridente.
Beh, non esageriamo.


Mi sa che tiro fuori un evergreen, quello del bianco e nero. Così lui può vantarsi davanti ai suoi amici e ad una grappa secca che le Matte le trova tutte lui, e se non sono Matte sono Sceme. Chissà in che categoria mi mette. Per essere Matta dovrei fare cose che i tacchi non permettono, il ché mi spedisce automaticamente ad ingrossare le fila delle Sceme. Che delle volte invidio. Mi viene in mente quel pezzo del Lucione nazionale:


"Tu non sei molto bella
e neanche intelligente
ma non t'importa niente
perché tu non lo sai."


Ah, beate le povere di gusto e di autocritica.
E noi lì, invece, a passare l'adolescenza ad essere inconsolabili Cesse (non tutte le Veneri nascono pronte per il Botticelli), e la maturità a cercare di sembrare meno meravigliose di quanto in realtà siamo. E allora infiliamo qualche stupidaggine qua e là, per non far capitolare tutti i luoghi comuni dei Lord, e per non doverci mettere troppo a nudo.
La dura vita di una Bionda, insomma. Molto poco scema.