Sostanzialmente è così: hanno commercializzato questo
profumo che ha solo una molecola. Da cui il nome, Molécule. Insomma, pochi
fronzoli.
Ora, non che io abbia una conoscenza seppur minima di
molecole e profumi, ma mi pare di ricordare che alla voce ingredienti la lista
sia parecchio lunga, di solito, tra muschi fiori ambre e patchouli.
La fregatura è che, di ‘sta molecola, solo i puri di naso ne
possono godere. Indefinibile, indecifrabile, ineguagliabile. Una magia che si adatta all'odore naturale della pelle di ognuno, e lo sprigiona in maniera irresistibile. Per chi la coglie,
certo; perché la stragrande maggioranza della popolazione si limita a
scambiarla per acqua elegantemente imbottigliata. (Per fortuna, mi vien da dire, che non è che tutti profumano di giglio, ecco).
Mentre sezionavo il mio avambraccio e mi imbevevo
dell’ineguagliabile niente della molecola, mi è tornata alla mente la storia di
Andersen “Il vestito nuovo dell’Imperatore”. La storia ha per protagonista un
vanesio reale che viene raggirato
da due sarti improvvisati, che promettono di tessere stoffe talmente raffinate
da essere visibili solo agli uomini che ne sono all’altezza. E allora tutti ad
elogiare i disegni e i colori, troppo imbarazzati per ammettere che, in realtà,
stanno ammirando due telai vuoti.
A quanto siamo disposti a credere, prima di ammettere di
essere di fronte al nulla?
Creme miracolose, corsi di autocompiacimenti vari, fidanzati
bugiardi, ognuno ha uno scheletro nell’armadio. E quanto è rassicurante credere
ai farò dirò ti/mi cambierò.
Ho avvolto cosce in cellophane ripieni di alghe
provenienti da mari più morti che vivi, brindato con bottiglioni di decotti di
erbe molto poco aromatici, auspicato fini indolori per improbabili storie. Ma
lo specchio riflette del flaccido bianchiccio, come fossimo sempre in quell'imbarazzante momento che è la prova
bikini. E la fregatura è, si può essere flaccidi pure dentro, come se fuori non bastasse.
La morale della storia è che l’imperatore sfila nudo davanti
al popolo di cui è sovrano, io continuo ad annusarmi come un bracco sotto
anfetamine, e sono quasi sicura che c’è qualcuno che crede di aver avuto quello
che “come me nessuno mai”.
Insomma, di Fiabe Sonore ce ne saranno state mille, ma qua
nessuno pare averci capito una mazza.
Per chi volesse giocare al bracco come me: