martedì 19 luglio 2011

Dimmi che valigia fai e ti dirò chi sei

Gennaio era appena iniziato, nel lontano 2001, mascara e lacca non erano ancora personae non gratae nei bagagli a mano, e io mi preparavo a partire per l’Erasmus.
Mio padre sfoderava vassoi di caffè dolcissimo per ravvivare una stanza di galline ventenni troppo educate per sussurrare che lo avevano chiesto amaro, e che faticavano a trovare il loro stile dopo un’adolescenza sprofondata nel grunge. Provate voi ad accendere mtv e a trovarvi JLo al posto degli Stone Temple Pilots.
Valigia rigida verde acqua aperta e vuota, a parte per due irrinunciabili oggetti: un puff di pelo dalmata e delle infradito fucsia fluo (anche io ero molto persa, stylistically talking).
Gli episodi sono infiniti, e finiscono quasi tutti con qualche sbuffata della mia amica Willy che prende il mio posto davanti alla valigia e con criterio pratico e svizzero fa la cernita degli oggetti, sotto lo sguardo affranto della mia omonima amica dall’armadio più meraviglioso e strampalato che mi sia mai capitato di aprire.
A mia difesa posso dire che si tratta di una tipica reazione alla madre, che impacchetta anche i pacchetti che usa per impacchettare. Nella sua sala, per esempio, troneggia la famosa Frau, foderata perché troppo preziosa per essere macchiata. E la fodera è a sua volta ricoperta, non sia mai che si rovini, che ormai è impossibile trovare un tappezziere decente. E una volta che la Frau è a prova di pisello e principessa comunque non ci si può sedere, perché è tutta bella gonfia e magari vengono ospiti.
Tutto questo per dire che, cresciuta in una casa simile a quella dei nonni Gilmore, mi è impossibile fare dell’ordine il mio compagno di viaggio, o di vita a dire il vero. Non so se è per indole o per la fase di protesta adolescenziale mai completamente abbandonata. Come quando Lorelai finisce un pacco di Pop Tarts per capire se le piacciono per il gusto o solo perché sua madre li odia. (Io ovviamente li ho assaggiati, e giuro che sono la cosa più chimica che il mio stomaco abbia mai dovuto digerire).
E comunque, come si fa a lasciare a casa un collo di piume a cuor sereno? È ciò che ti rende riconoscibile a tutte le galline del pianeta quando sei lontana dalle tue. Di borse non ce ne sono mai abbastanza, e poi non sei credibile nella parte della groupie senza un gilet di montone. O delle zeppe.
Un magrissimo gallese una volta mi ha detto che non trovava giusto che la sua valigia dovesse pesare come quella di un obeso, quando lui aveva un sacco di chili di scarto su cui giocare. Io, che di chili di scarto non ne ho, di solito mi metto dietro un viaggiatore molto minimal. Le mie preferite sono le suore, che la cosa più pesante ce l’hanno in mano. Dopodichè piego la testa con aria di intesa verso la hostess di turno. Questo ultimo passaggio funziona meglio con gli stuart per ovvie ragioni, ma adesso ho anche il bonus adorabilefigliadagliocchiblu che se raffredda l’approccio degli stuart, intenerisce le hostess, e siamo pari.
Ovviamente la figliolina da adolescente puzzerà di naftalina per la stessa regola della reazione, godrà nell’avvolgere tutto in sacchetti sterilizzati dalla nonna e farà il cambio stagionale degli armadi, e magari mi starà anche bene. Credo comunque che quando torneranno di moda le perle del mio guardaroba le ruberà senza battere ciglio, anche se odoreranno ancora di incenso Nag Champa o Daisy di Marc Jacobs (non si può essere freak per sempre).

    
                                                bagaglio a mano, Rimini - Bruxelles 2011


                                                             Paharganj, Delhi 2006

9 commenti:

Alice ha detto...

Ma soprattutto "Non si può essere freak per sempre".
PS: ma quella mattonella di erba finta?

lucia ha detto...

è per la mia altalena da interno! :)

Willy-Nat ha detto...

L'ho notata subito, ma non ho osato chiedere... volevo essere un po' freak anche io per una volta!

elisabetta gazzoni ha detto...

Sono un po' confusa su come agisce il dna, forse la vecchia contesa fra patrimonio genetico e ambiente...comunque, direi che nonostante la versione nostrana di Emily Gilmore, abbiamo ereditato la totale incapacità di scegliere la roba da mettere in valigia (impacchettata o no) e l'attitude da pricesse royale per cui certe regole come i 15 kg ryanair non vale la pena rispettarle...la classe non è acqua del resto.

elisabetta gazzoni ha detto...

PS ma allora tutti quei consigli da experienced traveler che mi dai quando sono nel panico da valigia del giorno prima, tipo "ma dai, metti solo cose basic e qualche accessorio glam, come le modelle quando viaggiano"...touchée!

elisabetta gazzoni ha detto...

che poi, bisogna dire che l'hai cercata a lungo la mattonella di erba finta...e che fine ha fatto l'edera finta che ti avevo regalato per coprire il tubo nero dell'altalena???

lucia ha detto...

è splendida, al suo posto!

letizia ha detto...

sembrerò poco modesta-già me ne pento-ma non mi batte nessuno nel far valigie!!
15 kg?no problem,me ne bastano 12,figlia inclusa!
donne,se necessitate,dispenserò consigli e corsi di pratica!

lucia ha detto...

wow, massimo rispetto! io vado diretta sui 20 kg, per poi sforare sistematicamente e abbandonare un paio di borse al check-in!