domenica 16 ottobre 2011

Via dei Matti




Il fidanzato aveva già fatto flessioni, addominali e qualcosa di cui mi sfugge il nome per sconosciuti muscoli delle spalle, mentre io cercavo di entrare in jeans per ragazzine, perché ai saldi mi ero fatta prendere dall’ansia di possesso. Una si nasconde i capelli bianchi e crede di avere le forme di una tredicenne. Sei alta come loro, ma non hai le loro cosce. Live and learn. Il fidanzato si è sentito in obbligo di sottolineare che ho dei problemi con la materia, “abbastanza troppi”, per precisare. (E’ belga, e all’accento francese si perdona quasi tutto.)
Via dei Matti ci ha accolto che meglio non si poteva, con un sole che fa l’erba del nord ancora più verde, i fiori ancora più fiori e galli e galline veri neomelodici. Nu babbà. La famosa via si trova in uno dei quartieri più borghesi di tutta Bruxelles, che i matti ti sorprendono, loro sono dappertutto, ed è fatta di tante casette piccine, con grandi giardini e orti che le abbracciano. Ci sono anche i cavalli, le volpi e gli alberi di mele cotogne, ma così mi sembra di essere un po’ troppo sfacciata, quindi fate finta di niente. C’è solo qualche gatto, ma pochi. Giuro.
Non ci stanno mica solo i matti, per carità. Ui è ad tòt al ràzi, avrebbe detto mia nonna, ma noi ieri la giornata l’abbiamo passata con loro. Che abitano lì da molti anni, quasi tutta una vita, e sembra non abbiano nessuna voglia di andare in un altro posto.
Ce n’è una che si chiama come la famosa ape, e che non sente il dolore, quindi va ogni giorno dal dottore per sapere se sta male. Ce n’è un altro che è un ereditiero, e ogni mattina si sveglia, si lava (less likely) e poi scende fino al giornalaio (ah, perché la Via dei Matti è su una collina, giusto per rub it in your face ancora un pochino) e spende 50 euro di riviste. Lui non fa nessun programma per mtv, ma come la collega Paris ha dei bff, nel suo caso delle rumene che si fanno invitare alla bella vita. La triste sorte degli ereditieri.
Poi c’è il giardiniere, che ha portato l’offspring a raccogliere le mele cotogne, e gliene ha nascosta una nel cappuccio prima di andare via, e lo stalliere che le ha regalato un coniglio di legno, che nella sua lingua si chiama Pesh. La lingua dell'offspring, dico.
E ci sono quelli che sono partiti, perché i familiari hanno deciso che erano troppo vecchi o troppo matti per vivere da soli. Vivono in delle home, come le chiamano qua, e sono serviti e riveriti. E chiusi. Gli altri dicono che fanno i raffinati, gli uomini eleganti, adesso. Si, però tornano a mangiare in Via dei Matti tutte le volte che possono, e restano seduti un po' in giardino, a guardare dritto davanti a loro (anche se devo dire che vederli tutti puliti rincuora). 
Ci sono anche degli innamorati, che sono in tutto e per tutto uguali agli altri innamorati. Matti pure loro.
Io ci vado a vivere, in quella via. Col sufi fidanzato e l’offspring, in una casina col giardino costruita da loro per loro. In una comunità di gente che vive la vita nella maniera che reputa “normale”, in un mondo che se non è indignato è quasi sempre triste.
E vado a mangiare con loro quattro sere alla settimana, e a portare un po’ di glamour a chi non ce l’ha. I jeans li lascio qua, mi sa.


10 commenti:

Alice ha detto...

a me sembra un'ottima idea! davvero ottima! <3

lucia ha detto...

c'è posto anche per te! :)

Alice ha detto...

Mi invoglia di andarci anche a me, lì al numerozero, ma poi mi accorgo che assomiglia tanto alla mia, di Via... che però si chiama "degli ottuagenari".
Home sweet home.

lucia ha detto...

paese che vai, matti che trovi! x

leti ha detto...

fantastica,come sempre..

lucia ha detto...

oh, grazie! troppo gentile! un bacio!

willy ha detto...

È una di quelle cose che fanno la differenza, una di quelle cose che si dice spesso bisognerebbe fare, ma che poi alla fine per pigrizia, comodità, paura non si fa...
Ecco finalmente lo si fa davvero, e secondo me le premesse ci sono tutte.
Magari non sarà sempre rosefiori, ma questi matti vi faràn del bene...
Buona fortuna!

lucia ha detto...

speriamo! do ut des, si diceva. io intanto do la ceretta, che i baffi crescono servaggi da quelle parti! :)

angela ha detto...

...bellssimo. in bocca al lupo Lu! :-)

lucia ha detto...

grazie bellezza! x